Nel marketing aziendale non è più sufficiente applicare l’economia e le strategie di vendita fino ad ora conosciute. Le aziende hanno bisogno di novità, hanno bisogno di correre allo stesso passo del mercato e di sviluppare nuove tecniche per comprendere al meglio la domanda, così da riuscire a rispondere con una offerta più performante.
Parliamo quindi di Neuromarketing quando l’azienda ha bisogno di superare i propri limiti. Questo perché il neuromarketing non ha limiti. Può essere applicato a qualsiasi cosa che sia funzionale e performante per gli obiettivi aziendali. Il modo più efficace affinché l’azienda prosperi è quello di mantenere sempre vivo il rapporto con i consumatori e l’unico modo per offrire loro un servizio o un prodotto utile e coinvolgente è conoscerli a fondo.
Per questo il neuromarketing è lo strumento ad oggi più performante per capire al meglio i consumatori; analizzando le sensazioni che manifestano, le esigenze che hanno e i comportamenti che presentano in risposta alla comunicazione che ricevono.
Ambiti di applicazione del Neuromarketing
- Strumenti web quali il sito della azienda, le app disponibili, eventuali piattaforme e/o portali;
- La grafica, i loghi, il design della comunicazione web e fisica, il payoff e le dinamiche di brand identity;
- La pubblicità, video e cartacea, ogni forma di comunicazione verso l’esterno.
Nel dettaglio, il Neuromarketing altro non è se non una branca della neuroeconomia che si rivolge principalmente alla scelta di canali di comunicazione utilizzati per indurre processi decisionali d’acquisto, grazie a strumenti e tecniche proprie delle neuroscienze.
Le neuroscienze nel business
Il primo strumento delle neuroscienze applicate al business è l’intelligenza emotiva e il motivo è molto semplice: le persone provano emozioni. La capacità umana di provare emozioni è un presupposto fondamentale per creare sintonia con qualcosa o con qualcuno: creo una connessione emotiva con il cliente cosicché mi scelga perché sono più affine alle sue scelte, ai suoi sentimenti.
Basti pensare ai colori usati nei loghi dei brand per esprimere calma, vivacità, concretezza o affidabilità. Avete mai visto un logo di una azienda che si occupa di ambiente che non sia verde? No, perché il verde trasmette una immediata connessione con la natura.
Il secondo strumento è l’agilità di pensiero. Ognuno di noi impiega meno di due minuti a scegliere qualcosa, soprattutto sul web. Questo significa che il primo impatto è fondamentale e può aiutare, nel problem solving di dinamiche complesse, oltre che essere utile per sviluppare idee innovative sfruttando la “Diversity of thinking” delle proprie risorse.
Pensiamo agli shop online; molto spesso la decisione di comprare è più inconscia che razionale perché è dettata dall’impulso, dalla sensazione che quel prodotto “sta per terminare” e quindi ne sentiamo improvvisamente un gran bisogno. Si crea nel consumatore quello che viene definito “principio di urgenza” e quindi è necessario scegliere velocemente per avere il risultato desiderato.
Per questi fattori, sempre più aziende si interessano al neuromarketing e infatti stanno nascendo anche i primi percorsi formativi sull’argomento. Probabilmente, in futuro, temi come questo diventeranno pilastri nella formazione del management delle aziende, anche considerando che è ormai assodato che il cervello umano lavora a sensazione e ogni processo decisionale parte da un impulso visivo dettato dall’emotività.
La conoscenza del cervello e di come agisce, soprattutto in contesti lavorativi, è fondamentale perché va ad impattare sulle valutazioni, sulle problematiche da risolvere e sulla progettualità. Tutti strumenti per stabilire un behavioural pattern a seconda delle situazioni di business da affrontare.
Infine, l’utilizzo del neuromarketing può essere utile anche nella gestione dei team. Infatti, l’uso delle neuroscienze può produrre una evoluzione dei modelli di leadership, comprendendo le emozioni del team e quindi riuscendo a sfruttare la diversità di pensiero come motivazione e innovazione del team stesso.